Allergia ai pollini non primaverili

Pollini non primaverili quali sono, calendario, sintomi, test e rimedi

Le forme di rinite e congiuntivite allergica scatenate dai pollini sono più frequenti in primavera, ma possono manifestarsi anche in tutto il resto dell’anno, in quanto esistono specie di piante, come il nocciolo, la parietaria o l’ambrosia, che fioriscono e rilasciano i pollini in stagioni diverse da quella primaverile. In questo caso si parla di pollini estivi-autunnali. Per cercare di evitare l’esposizione agli allergeni responsabili dei sintomi allergici è utile consultare appositi bollettini che forniscono indicazioni sulle concentrazioni atmosferiche dei diversi pollini in base all’area geografica di interesse.

Sono non primaverili per esempio le allergie da pollini autunnali, ma anche l'allergia che si scatena nei mesi estivi. Ma gli allergeni cosa sono? E perché alcuni pollini si comportano da allergeni e altri no?

A prescindere dal periodo in cui vengono prodotti, alcuni pollini possono indurre reazioni allergiche a livello respiratorio e/o oculare perché vengono riconosciuti erroneamente dal sistema immunitario come sostanze potenzialmente dannose per l'organismo.

Oltre che per le sue caratteristiche molecolari, un polline può scatenare o meno un'allergia in relazione alla quantità presente nell'aria, risultando tollerato entro una certa soglia, ma inducendo rinite allergica e/o congiuntivite allergica quando la quantità aumenta. La maggiore produzione di polline da parte di molte piante osservata negli ultimi decenni è una delle ragioni alla base del sempre più frequente riscontro di allergie autunnali.

I sintomi delle allergie non primaverili come le allergie autunnali da piante, possono essere molto variabili da persona a persona per tipologia, combinazione, intensità, frequenza e durata, ma sono sostanzialmente sovrapponibili a quelli tipici delle allergie stagionali.

A livello del naso, dopo l'esposizione a un polline sensibilizzante, è tipica l'insorgenza di:

  • rinorrea acquosa (naso che cola)
  • starnuti (spesso preceduti da "formicolio" o prurito al naso)
  • ostruzione nasale (con difficoltà a respirare dal naso)
  • prurito nasale (da lieve a intenso, occasionale o duraturo).

Segni e sintomi che sono invece meno frequenti in caso di rinite allergica ai pollini non primaverili, così come della rinite allergica, comprendono:

  • sintomi nasali localizzati a una sola narice
  • naso chiuso come unico sintomo
  • rinorrea con muco giallognolo-verdastro
  • dolore nasale e ridotta sensibilità agli odori
  • perdita di sangue dal naso (epistassi) ricorrente.

Nelle forme di allergia respiratoria più severe, l'esposizione ai pollini sensibilizzati e/o a fattori ambientali aggravanti (in particolare, freddo, smog e umidità eccessiva) possono portare allo scatenamento di attacchi di asma allergica.

A livello degli occhi , spesso interessati dalle allergie primaverili e non, le manifestazioni allergiche caratteristiche sono:

  • lacrimazione spontanea (soprattutto in determinate ore del giorno e in presenza di maggiori concentrazioni di allergeni o fattori aggravanti, come freddo, luce intensa ecc.)
  • prurito congiuntivale (da lieve a estremamente fastidioso, fino a trasformarsi in bruciore)
  • arrossamento oculare, della congiuntiva e del lato interno delle palpebre.

Altri possibili fastidi agli occhi comprendono:

  • secchezza oculare (alternata alla lacrimazione)
  • sensazione di fastidio agli occhi, soprattutto in ambienti con forte illuminazione (fotofobia) o vento
  • bruciore intenso, dolore oculare
  • sensazione di corpo estraneo o "sabbia negli occhi ".

La persistenza dei sintomi oculari e respiratori e del prurito durante gran parte della giornata può indurre nervosismo, problemi di concentrazione e riduzione del tono dell'umore. Tutti disagi promossi e peggiorati anche dall'impossibilità a dormire bene durante la notte, soprattutto a causa del naso chiuso e della respirazione difficoltosa.

Per conoscere con precisione i periodi di maggior la diffusione dei pollini, è utile far riferimento al calendario dei pollini della zona in cui si vive o in cui si deve temporaneamente soggiornare per ragioni di lavoro, studio o viaggi di piacere.

In Italia, la sezione interna di Aerobiologia, ecologia e prevenzione ambientale dell’AAITO (Associazione allergologi e immunologi territoriali ed ospedalieri), grazie a una rete italiana di monitoraggio atmosferico dei pollini, fornisce un bollettino dei pollini aggiornato relativo alla propria area di interesse.

Negli ultimi anni, a fronte dei notevoli e spesso drastici cambiamenti climatici, consultare il calendario pollinico è diventato particolarmente importante perché le variazioni di temperatura e precipitazioni incidono sul periodo di produzione e diffusione nell'aria dei pollini, stravolgendo la cadenza dei picchi pollinici, in passato più regolare e prevedibile nel corso dell'anno.

Allergie di gennaio

L'allergia in gennaio è meno frequente che in altri mesi, grazie alle basse temperature che impediscono la fioritura e la dispersione dei pollini. Tuttavia, anche pochi giorni di temperature relativamente miti possono anticipare la fioritura di alcune piante. Tipiche allergie di gennaio sono quelle scatenate dai pollini del cipresso, della betulla e del nocciolo.

Allergie di giugno

L'allergia di giugno può essere dovuta alla persistenza dei pollini dell'ulivo (che hanno un picco tra metà aprile e fine maggio) e di altre oleacee correlate (frassino, ligustro, gelsomino ecc.), oppure a quelli di quercia, pioppo, salice, robinia, tiglio, mimosa e di diverse specie di pino, nonché di varie graminacee (grano, avena, segale, gramigna ecc.).

Allergie di luglio

L'allergia di luglio è scatenata soprattutto dal polline della parietaria, la cui fioritura inizia in febbraio-marzo (con picco tra aprile e maggio), ma può protrarsi per diversi mesi, se non per tutto l'anno, soprattutto nelle Regioni del Sud Italia. Altrettanto significative restano le allergie ad alcune graminacee (granturco, sorgo, avena, segale, gramigna, orzo). Altri pollini che possono continuare a dare problemi in questo mese sono quelli di pioppo, salice, robinia e girasole.

Allergie di agosto

L'allergia di agosto è indotta principalmente dal polline dell'ambrosia, la cui fioritura inizia in questo mese, protraendosi poi fino alla fine di ottobre. Tra la fine dell'estate e l'inizio dell'autunno può esserci una ripresa dei sintomi anche tra gli allergici alle graminacee, che possono produrre una modesta quantità di pollini anche in questo periodo, oltre al picco caratteristico dei mesi primaverili e di inizio estate. Altri pollini a rischio sono quelli dell'assenzio, della piantaggine e del girasole.

Allergie di settembre

L'allergia di settembre è causata sostanzialmente dagli stessi pollini diffusi in agosto, ossia quelli dell'ambrosia e, in misura minore, delle graminacee. Anche i pollini della parietaria possono dare qualche problema tra settembre e ottobre, così come quelli di assenzio e girasole.

Allergie di ottobre

L'allergia in ottobre è ormai diventata abbastanza frequente, anche a causa del tendenziale protrarsi di temperature quasi estive fino alla metà del mese, anche nelle aree del Centro e del Nord Italia. A scatenarla sono principalmente i pollini di ambrosia, alcune graminacee (in particolare, la gramigna), parietaria e girasole.

Allergie di novembre

L'allergia in novembre inizia a dare tregua, perché quasi tutte le piante entrano in una fase quiescenza per resistere meglio al freddo e rimandano la produzione di polline a mesi più "confortevoli". Lo sviluppo di allergie autunnali o invernali è più spesso dovuto agli acari della polvere, al pelo di animali o alle muffe, complici la maggiore permanenza in ambienti chiusi e le più frequenti precipitazioni che facilitano la formazione di muffe in abitazioni e uffici. In novembre, le principali allergie da pollini autunnali sono quelle scatenate dalla gramigna e dal dente di leone.

Allergie di dicembre

L'allergia in dicembre, come quella di novembre, nella maggioranza dei casi non è dovuta ai pollini, ma ad allergeni perenni come acari della polvere, muffe e pelo di cani e gatti.

Il primo passo per arrivare a capire se le manifestazioni nasali e/o oculari di cui si soffre sono legate a un’allergia da pollini (primaverili e non) oppure ad allergeni perenni è sottoporsi a una visita medica, indicando con la massima precisione al medico Per capire, per esempio, quale tra i pollini è responsabile dello scatenamento dei sintomi allergici (respiratori e oculari) è necessario sottoporsi, in primo luogo, ai test cutanei detti Prick test.

In alternativa si può effettuare un prelievo di sangue che permette di evidenziare le immunoglubuline E (IgE) specifiche prodotte dal sistema immunitario in risposta a un determinato allergene.

Quando si manifestano i sintomi delle allergie ai pollini non primaverili, i rimedi di riferimento contro rinite allergica e congiuntivite allergica restano gli stessi previsti per le allergie stagionali, dal momento che i meccanismi che li determinano sono sostanzialmente gli stessi.

In particolare, se l'allergia respiratoria assume principalmente la forma della rinite allergica, senza fastidi particolari agli occhi o ad altri livelli, per alleviare il disagio può essere sufficiente il ricorso a uno spray nasale dalla doppia azione antistaminica e decongestionante. Se le reazioni si manifestano principalmente sulla congiuntiva è consigliabile l’utilizzo di un collirio con doppia azione antistaminica e decongestionante. Per sintomi più persistenti e intensi è consigliato un trattamento con soluzioni sistemiche previo consulto di uno specialista.

Una strategia non-farmacologica potenzialmente utile in caso di rinite allergica consiste nell'effettuare lavaggi nasali con soluzioni saline, mentre per alleviare i sintomi della congiuntivite allergica si possono applicare sugli occhi impacchi freddi oppure utilizzare sostituti lacrimali (lacrime artificiali), che aiutano a ridurre la presenza degli allergeni presenti a livello della congiuntiva e ad alleviare la sensazione di secchezza.