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I pollini primaverili
Il calendario dei pollini
Prevenzione dell’allergia ai pollini primaverili
Allergia al polline: i sintomi
Il test da fare
Rimedi farmacologici e rimedi naturali

I pollini primaverili



I pollini sono generalmente allergeni stagionali, in quanto hanno caratteristiche di diffusione diverse a seconda del periodo di fioritura della pianta (oltre che a seconda delle aree geografiche). Per capire i mesi più a rischio ed essere preparati e protetti, è utile conoscere le piante alle quali si è allergici e anche il ciclo di vita della pianta stessa. In genere, con l’espressione allergia stagionale, si fa riferimento alle allergie primaverili, perché la primavera è la stagione caratterizzata da un maggiore numero e varietà di pollini allergeni. Molte sono infatti le piante che hanno fioritura in primavera e che possono causare sintomi allergici, per esempio la betulla, le graminacee, il cipresso, l’olivo. Ci sono poi altre piante che hanno un periodo di fioritura più tardivo, come l’ambrosia e l’artemisia.

Il calendario dei pollini



Il calendario dei pollini indica i periodi di pollinazione delle varie specie di piante: conoscerlo può essere molto utile per chi è allergico, in modo da limitare il più possibile l’esposizione agli allergeni e attuare, quindi, una minima forma di prevenzione.

Nel nostro Paese ci sono differenze geografiche significative che incidono sui calendari pollinici.
La concentrazione del polline nell’aria dipende, infatti, da molteplici fattori:

  la temperatura dell’aria e del terreno;

  l’irradiazione solare;

  l’altitudine;

  l’umidità relativa;

  la presenza di altre specie vegetali concorrenti con quelle che producono i pollini;

  l’intervento umano, per esempio con potature, rimboschimenti ecc.

Per aiutare gli allergici, l’AAITO (Associazione allergologi e immunologi territoriali e ospedalieri), tramite la propria sezione interna di Aerobiologia, ecologia e prevenzione ambientale, gestisce una rete italiana di monitoraggio atmosferico dei pollini e fornisce un bollettino dei pollini aggiornato relativo alla propria area di interesse.

Prevenzione dell’allergia ai pollini primaverili



Durante il periodo di fioritura del polline a cui si è allergici, può essere utile attuare alcune strategie per limitare il più possibile l’esposizione, per esempio:

  Scegli il momento giusto per cambiare l'aria in casa. Il momento della giornata in cui circola meno polline è tra le 6 e le 8 del mattino in città, tra le 19 e le 24 in campagna. È bene invece evitare di stare all’aperto o cambiare l’aria in casa subito dopo che è stata tagliata l’erba.

  Spolvera e pulisci spesso. Avere cura delle pulizie della propria casa impedisce agli allergeni di depositarsi. È bene per esempio spolverare accuratamente le superfici con un panno umido e utilizzare aspirapolveri con filtro HEPA.

  Consulta i calendari pollinici. Se soffri di allergie, consulta i calendari pollinici per limitare il più possibile l’esposizione agli allergeni che scatenano i sintomi allergici.

  Mantieni basso il grado di umidità in casa. Le muffe attecchiscono in luoghi bui e umidi, per cui occorre creare un ambiente sfavorevole alla loro formazione, mantenendo la casa asciutta. Per esempio, usando un deumidificatore, asciugando le pareti della doccia dopo il bagno e togliendo subito gli indumenti bagnati dalla lavatrice.

  Non far asciugare la biancheria all’aperto. I pollini potrebbero depositarsi in gran quantità sui capi, peggiorando l’allergia. Per lo stesso motivo, è bene cambiarsi i vestiti appena rientrati a casa e lavarsi i capelli.

  Non toglierti gli abiti in camera da letto. Il polline depositato sui capi durante le attività quotidiane può sollevarsi e depositarsi nella stanza, peggiorando i sintomi dell’allergia durante il sonno. I disturbi respiratori causati dalla rinite allergica possono infatti peggiorare la qualità del sonno.

Allergia al polline: i sintomi



L’allergia al polline può manifestarsi con molteplici sintomi, soprattutto a livello nasale e oculare, come rinite allergica stagionale e come congiuntivite allergica stagionale. Quando presenti in concomitanza, si parla più precisamente di rinocongiuntivite od oculorinite allergica stagionale. Vediamo in breve la sintomatologia che le caratterizza, mentre per una descrizione più dettagliata, rimandiamo all’articolo dedicato.

Sintomi della rinite allergica:

  congestione nasale (naso chiuso)

  rinorrea (naso che cola)

  prurito nasale

  starnuti

Sintomi della congiuntivite allergica (che coinvolgono entrambigli occhi):

  congestione nasale (naso chiuso)

  prurito agli occhi

  gonfiore della congiuntiva

  arrossamento della congiuntiva

  lacrimazione

Possono inoltre associarsi altri disturbi, come asma, disturbi del sonno, otiti, sinusiti.

Ma quanto dura l'allergia stagionale? La reazione allergica perdura finché non cessa l’esposizione all’allergene scatenante, quindi, nel caso della reazione ai pollini può durare anche diverse settimane. Si parla di allergia intermittente se i sintomi si verificano per meno di 4 giorni in una settimana o per meno di quattro settimane in un anno, mentre è persistente se i sintomi compaiono per più di 4 giorni in una settimana o per più di un mese in un anno. Se l’allergia stagionale e i suoi sintomi, nonostante una terapia sintomatica, non accennano a migliorare nell’arco di un paio di settimane, è bene rivolgersi al medico.

 Il test da fare



Come riconoscere l'allergia stagionale? Per formulare una diagnosi di allergia stagionale il primo passo è la visita medica, che comprende un’anamnesi scrupolosa, cioè una serie di domande per valutare come e quando compaiono i sintomi e la presenza di una eventuale familiarità alle allergie. La valutazione dei sintomi e della loro stagionalità può già fornire un primo orientamento diagnostico.

Per confermare la diagnosi e, in particolare, per individuare l’allergene responsabile della reazione allergica, occorre sottoporsi a test specifici.

Il test di primo livello viene fatto sulla pelle (prick test): l’allergologo dispone una goccia di ciascun allergene (si scelgono quelli più frequenti nell’area geografica in cui si vive) sulla pelle dell’avambraccio e la punge delicatamente. Nell’arco di circa 15-20 minuti si ha una risposta: nel caso di reazione allergica a uno o più allergeni compare nella zona corrispondente un pomfo pruriginoso.

Se serve un accertamento più approfondito, si può ricorrere a un prelievo di sangue per la ricerca degli anticorpi IgE specifici, cioè quelli prodotti dalle cellule del sistema immunitario contro gli allergeni che si sospettano responsabili.

A un livello ancora superiore, in casi specifici (per esempio se la persona risulta allergica a più allergeni), l’allergologo può prescrivere altri esami del sangue ancora più raffinati, ch epossono individuare le IgE dirette non solo verso un allergene, ma addirittura verso le singole componenti molecolari di un singolo allergene.

Family with a dog in a park.

Rimedi farmacologici e rimedi naturali

Rimedi farmacologici e rimedi naturali Contro i sintomi dell’allergia stagionale sono disponibili diverse terapie farmacologiche (alcune non richiedono la prescrizione medica).

Tra le principali segnaliamo:

  • antistaminici orali,
  • antistaminici da applicare localmente (come, ad esempio, spray nasali e colliri);
  • cromoni oculari o nasali;
  • steroidi nasali;
  • decongestionanti nasali ed oculari.


Per lenire i sintomi possono essere utili anche rimedi non farmacologici, per esempio:

  • lavaggi nasali con soluzioni saline,
  • impacchi freddi sugli occhi;
  • lubrificazione oculare con lacrime artificiali.


Se i farmaci non sono efficaci, con l’allergologo si può valutare il ricorso all’immunoterapia specifica, una sorta di “vaccino” che, mediante la somministrazione di dosi crescenti dell’allergene responsabile della reazione, mira a ridurre la reattività alla sostanza.

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